Attivare lo Spazio Sacro del Contatto

Il significato originario della parola indoeuropea sacro, è "separato". Ciò che è sacro è distinto e separato da ciò che è profano, cioè quotidiano, noto, ordinario. Ciò che è sacro è numinoso, nuovo, inimmagginabile. E' necessario separare perchè il numinoso è talmente potente che può sovvertire l'ordine della vita quotidiana, e d'altronde perchè solo separando possiamo discriminare, e successivamente integrare.

Nella nostra civiltà abbiamo perso la capacità di accostarci alla sacralità, di esperirla e fruirla in modo non religioso e costruttivo, cioè non legato a una religione specifica, ma semmai a una molteplicità di tradizioni e alla nostra "sorgente divina interiore".

La sacralità è stata per secoli e secoli monopolizzata dalla religione, che ne ha sfruttato il timore reverenziale per scopi non sempre di autentica elevazione spirituale ed espansione di coscienza. Ne è nata dunque una corrente di pensiero filosofica e sociale che ha teso a liberare l'uomo dal sacro, per emanciparlo dalla dipendenza religiosa. Contemporaneamente, il progresso razionalista, oggettivista e scientista ha completamente rimosso le possibilità di relazione e incontro con il Sacro, ignorandolo o denigrandolo.

Perdere il sacro significa perdere la possibilità di vivere parte della propria sfera simbolica, e con essa tutta la carica creatrice e rigeneratrice che porta con sè, ma anche perdere il senso del divino e del numinoso che abita la nostra interiorità e ci connette al cosmo, perdere l'afflato mistico e trascendentale, perdere il movimento espansivo della coscienza e la possibilità di "rianimare" il mondo: restituirgli l'anima misteriosa, fertile e pulsante, restituirgli l'amore.

Molti di noi sentono fortemente il bisogno di esplorare queste dimensioni, ed espandersi attraverso di esse. Personalmente, lo ritengo essenziale per disvelare e dispiegare le proprie potenzialità e perseguire la propria realizzazione.

La strada che io percorro per il riavvicinamento al Sacro è la strada della Pacha Mama, della Grande Madre Gaia, o, volendo utilizzare altri termini, dell'ecologia transpersonale.

«Pensare alla Terra come a qualcosa di vivo dà l’impressione, specialmente nelle belle giornate e nei posti giusti, che l’intero pianeta celebri un rito. Essere sulla Terra ci dà una sensazione di pace: la stessa che si prova nell’assistenza alle cerimonie religiose quando siamo nella disposizione giusta per parteciparvi» (The ages of Gaia, 1988; trad. it., 1991, p. 207).

Alla trascendenza di Dio Padre, si sostituisce l’immanenza di Gaia Madre.

L'esperienza sacra è esperienza peculiare, extra-razionale, maestosa, non ordinaria.

Tale esperienza è possibile solo attraverso la costruzione di un atteggiamento adeguato, che attraverso gesti e disposizioni d'animo, possa aprire la nostra sensibilità a cogliere quei nessi-messaggi, quei simboli, quelle immagini, quelle presenze, in grado di connetterci con il numinoso sopito dentro di noi e vibrante nel mondo.

Nelle Immersioni Forestali che conduco, attivare lo spazio sacro del contatto significa questo: entrare progressivamente in un atteggiamento di apertura e fiducia, e attraverso specifiche semplici pratiche, aprire la nostra sensibilità per cogliere ciò che giunge da quell'altrove che è al contempo dentro e fuori di noi. Possiamo chiamare questo altrove "il divino", "il Sè superiore", la "coscienza cosmica", l'Anima, l'Anima di Gaia, la Pacha Mama. Ma la realtà è che non ha nome: è l'invisibile che si disvela, e nel disvelarsi prende le forme e i nomi che meglio possono integrarsi con la nostra esperienza, arricchirla e farne insegnamento.

Coltivare il proprio spazio sacro e la capacità di generarlo e rigenerarlo significa mantenere il contatto con questa dimensione altrimenti soffocata dalla razionalità. E' qui che giacciono l'intuizione, la creatività, l'estasi, l'eredità degli Avi, il pulsare dell'Anima, il matrimonio mistico e le forze numinose che si dispiegano nella nostra vita.

Le pratiche e i gesti servono a rendere l'esperienza gestibile alla nostra coscienza, che altrimenti si perderebbe e rischierebbe di confondersi.

Attivare lo Spazio Sacro del Contatto durante le Immersioni Forestali che conduco è esperienza intima e universale al contempo. E' ascolto profondo di sè e di ciò che ci circonda, è riconoscimento dei fili invisibili che come i colori dell'arcobaleno attraversano e congiungono il cielo e la terra. E' riconoscimento di sè nel mondo, e del mondo nel sè.

E soprattutto, è esperienza estremamente piacevole! E' uno spazio dedicato al libero fluire di sè in ciò che c'è, al libero sentire, all'amore, alla bellezza.

Non esitare a contattarmi per saperne di più.

Un abbraccio grande, 

Primiana.